La terza regola

La terza regola recita:

Non comprare proprio le singole azioni.

Ora, come già ribadito, Taurus si indirizza a persone a digiuno di concetti di finanza e investimenti. A queste persone cerchiamo di dare le indicazioni più semplici, dirette ed efficaci. L’indicazione che diamo oggi è: evita acquisti di singole azioni.

Vostro cugino vi ha assicurato che Banca Tracanna salirà nei prossimi mesi? Vostro zio ha messo tutti i suoi risparmi su Scossa Telecomunicazioni? Immo si è venduto la casa e la nonna per comprarsi equity della Hydropomp spa?

Ebbene, queste tre persone molto probabilmente non sanno quello che fanno. Gli potrebbe andare bene o gli potrebbe andar male. La statistica dice che probabilmente andrà male, se non malissimo.

Nessuno, e sottolineo nessuno sa come andrà il business di un’azienda nel tempo. Scommettere tutte le tue cucuzze su Banca Tracanna potrebbe semplicemente distruggere ogni tuo risparmio. Mai sentito parlare di Tiscali o Banca Carige? E sto parlando di aziende sopravvissute… gli armadi di Piazza Affari sono pieni di scheletri ammuffiti (chi ha detto Eurosviluppo, Paramatti, Finmatica, WorldCom?). Tutte azioni che a un certo punto cugini, zii o amici meccanici hanno convintamente sostenuto fossero un affare, puntandoci tutto e perdendo ogni euro.

La cosa peggiore è che tendiamo a dimenticare questi errori, e ripeterli ogni dannata volta. Mai sentito parlare di survivorship bias?

“Durante la seconda guerra mondiale la British Royal Air Force (e la Marina) sperimentarono i primi usi delle tecniche statistiche ed empiriche per migliorare le prestazioni — ponendo le fondamenta del campo oggi noto come Ricerca Operativa.
Un aneddoto affascinante riguarda il modo in cui questi pionieri usarono i dati dei danni causati dalla contraerea tedesca. La RAF raccolse grandi quantità di dati sui punti esatti in cui gli aerei inglesi di ritorno erano stati danneggiati. La raccomandazione intuitiva sarebbe stata di rafforzare l’aereo dove i dati indicavano il danno maggiore. Tuttavia, avendo capito che aveva dati solo sugli aerei che erano sopravvissuti, il gruppo di ricerca, diretto da Patrick Blackett, raccomandò di rinforzare l’aereo nelle sezioni dove i dati non registravano nessun danno.”

Cosa ci insegna questa storiella? Tutti noi conosciamo, o abbiamo sentito dire di persone che si sono arricchite con le azioni. Gente che, sbagliando, ha fatto una scommessa. La fortuna ha voluto che quei pochi venissero premiati. Ma per ognuno di loro che si è potuto comprare la seconda casa con i guadagni in borsa, ci sono centinaia di sfortunati che, in cerca di guadagni facili, in borsa hanno buttato i risparmi di una vita.

Passiamo alla soluzione. E se invece di scegliere tra Banca Tracanna, Scossa Telecomunicazioni e Hydrompomp spa potessi comprarle tutte e tre, e decine di altre insieme in un solo prodotto finanziario? Questi prodotti esistono, e si dividono principalmente in due tipi:

  1. Fondi comuni a gestione attiva. Sono grossi fondi di investimento gestiti da nomi come Blackrock, Morgan Stanley, PIMCO. Dietro c’è un team che dovrebbe essere capace di saper comprare e vendere al momento giusto, ma la verità è che nella maggior parte dei casi non battono il mercato. Le spese di ingresso sono alte, le spese di rimborso (ovvero per uscire dal fondo e vedersi rimborsati i soldi) sono alte, e le spese annue pure. A volte hanno anche spese di performance, e dovrete comunque pagare il vostro intermediario. Il mio consiglio? Statene alla larga.
  2. Index fund ed ETF. Sono prodotti il cui valore segue fedelmente e in modo totalmente autonomo un indice (che può essere l’indice italiano FTSE MIB, o l’americano S&P 500). Non hanno spese di ingresso vere e proprie, tranne le commissioni che applica il vostro broker (e lo spread). Applicano una commissione annua solitamente piccola, riassunta nel cosiddetto TER (è un calcolo di quanto annualmente vi costa tenere uno di questi prodotti). Potete consultare gli ETF nell’ottimo motore di ricerca di justetf; gli index fund in Italia non sono ancora così diffusi come in America (mai sentito parlare di Vanguard?).

I vantaggi di comprare un ETF possono riassumersi così:

  • Diversificazione a basso costo: possederete quote di tante azioni in un solo prodotto, mettendovi al riparo dalle singole bancarotte (che impatteranno marginalmente sul vostro ETF), e vi risparmierete di dover comprare tutte le vostre azioni singolarmente, inondando di denaro il vostro felicissimo intermediario.
  • Aggiornamento automatico dei componenti dell’ETF: le azioni entrano ed escono da determinati indici di continuo. Gli ETF si aggiornano in automatico, senza costringervi a vendere e comprare.

Per ulteriori dettagli vi invito a informarvi (avete Google, usatelo!) e leggere quest’ottimo articolo.

 

Non dimenticate di leggere anche la prima regola. Ricordati che puoi anche seguirci su Facebook e Twitter.  Puoi anche inviarmi una mail. Alla prossima puntata!

Come sempre, la lettura di questo sito implica l’accettazione del disclaimer. Il post qui sopra non rappresenta un invito all’investimento finanziario.

 

6 commenti

  1. […] Vero, gli ETF hanno conosciuto un boom notevole negli ultimi anni. Ma il motivo principale per cui sono aumentati è la loro stessa natura di investimenti a basso costo, grande diversificazione e facilità di accesso. Gli ETF non hanno provocato bolle nell’azionario, hanno solo attirato su di sé gli investimenti togliendoli ai costosi e poco performanti fondi comuni, o ai pericolosi investimenti diretti in singole azioni. […]

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