Cos’è un ETF (Exchange Traded Fund) e come scegliere quello giusto?

Chiariamo, a modo nostro, cos’è un ETF.

Borsa Italiana li definisce come una particolare tipologia di fondo d’investimento o Sicav con due principali caratteristiche:

  • è negoziato in Borsa come un’azione;
  • ha come unico obiettivo d’investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva.

Un ETF, detto in parole povere, permette di acquistare in un unico pacchetto preconfezionato tutti i componenti di un determinato indice, che siano il FTSE MIB italiano, l’S&P 500 americano o il DAX tedesco, ma anche indici più settoriali, come l’MSCI Commodity Producers Indexes.

Perciò, se la vostra vicina Gustava un giorno volesse investire i suoi 5.000 € di risparmi diversificando adeguatamente tra diverse azioni e obbligazioni a livello globale, non servirà più come un tempo comprare venti diverse azioni e obbligazioni incorrendo in grosse spese di negoziazione che mineranno da subito il nostro capitale (senza riuscire comunque a diversificare adeguatamente), né affidare i nostri soldi a fondi di investimento dal dubbio rendimento. Basterà comprare 3 o 4 ETF, pagando commissioni alla banca come fossero normali azioni.

Nello sceglierli, il motore di ricerca di justetf ci può dare una mano nel selezionare. Ma badate che non tutti gli ETF che si rifanno allo stesso indice sono uguali. Molte distinzioni sono d’obbligo. Vediamo quali:

  • Valuta del fondo. Solitamente, ETF che contengono anche prodotti finanziari di paesi extra-europei sono quotati in dollari. Questo significa che il vostro investimento sarà vulnerabile al rischio cambio. In soldoni, se il cambio euro dollaro sale, vedrete tornare meno € sul vostro conto quando venderete l’ETF. Esistono anche ETF eur-hedged, ma hanno un TER (vedi sotto) solitamente più alto dei suoi fratelli in dollari. Inoltre, ETF in euro con componenti di paesi extra-euro sono comunque soggetti al rischio cambio per quei componenti.
  • Dimensione del fondo. Ogni giorno vengono emesse decine di nuovi ETF… e così come vengono emessi, alcuni vengono ritirati. Non tutti gli ETF dopotutto attirano abbastanza investitori da rendere conveniente tenerli sul mercato, e le finanziarie che li hanno creati (iShares, Lyxor, tanto per citarne alcune) potrebbero chiuderli per mancanza di interesse. Perciò, solitamente si ritiene che un ETF che ha raccolto abbastanza denaro di noi investitori sia solido (justetf li marchia col colore verde).
  • TER. Il TER è un indice riassuntivo dei costi di un ETF. Ci dice in percentuale rispetto al totale del nostro investimento, quanto ogni anno la società dietro l’ETF preleva per le spese (il prelievo non avviene una volta all’anno, ma in modo diluito durante ). Consiglio ETF con TER inferiori a 0,30%, meglio ancora sotto gli 0,20%. Oltre tali soglie sarebbero da evitare, salvo particolari indici e solo con parte del proprio portafoglio.
  • Modalità di replica. Gli ETF a replica fisica sono quelli a cui vuoi guardare. Evita la replica sintetica. Avremo modo di spiegare nel dettaglio perché in un futuro articolo.

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